Cap. XIX - La giurisdizione del ducato di Forogiulio

Esposta sia pure per sommi capi la storia dei duchi, mi sia ora consentito di definire i confini del loro stato e della loro giurisdizione. Paolo, lo storico, riferisce infatti che Alboino, re dei Longobardi, appena giunse in Italia, allargò i confini del ducato di Forogiulio e, nell'allontanarsene, creò un nuovo duca. Egli lasciò scritto che i territori di questo ducato erano costituiti da due provincie, montuosa la prima, chiamata degli Slavi, pianeggiante la seconda, chiamata dei Forogiuliesi. La parte pianeggiante, come ci si presenta al nostro tempo, risulta all'inizio di quest'opera essere delimitata in longitudine dal notissimo fiume Isonzo e dal Livenza, in latitudine risulta avere inizio dalla lontana Alpe della Croce dei Carni per terminare a Marano sul mare Adriatico. Nelle Alpi dei Tarvisi poi, che si uniscono in un angolo alquanto stretto con quelle dei Carni, dove si trova oggi la valle di Plezzo, ha inizio, secondo quanto lo stesso Paolo scrisse, la provincia alpestre degli Slavi che termina, dopo essersi sviluppata in lunghezza e in larghezza, al promontorio di Medaria [28] proteso sul mare Adriatico. Qui si trova, alle pendici del promontorio da cui prende il nome, il popoloso villaggio di Medalino; si dice anche che questo promontorio rappresenti il confine tra i Liburni e gli Illirici. Entro questi confini sin qui estesi sono compresi prima Norici, poi i Giapidi e infine i Liburni, in successione. Una conferma per questi ultimi ci viene da Virgilio, il quale cita il loro regno in quel famoso brano: "Antenore poté, dopo essere passato indenne attraverso gli Achei, entrare nei golfi illirici e raggiungere senza pericoli i regni dei Liburni oltrepassando le sorgenti del Timavo" [29]. Fu dunque certamente non giusto che il Sabellico, passando oltre senza tener conto della successione dei fatti, sopprimesse lo splendore dei fasci forogiuliesi e questi segni di un'antichità degna di divenire famosa, quali né i secoli passati arrecarono alla patria né forse i secoli futuri potranno mai arrecare.

Note

[28] Oggi capo Promontore, a sud di Pola, nei pressi del paese di Medolino.

[29] P. VIRGILIO MARONE, Eneide, I, 242.