Convegno 2000: Integrazione Mescolanza Rifiuto

Incontri di popoli, lingue e culture in Europa dall'Antichità all'Umanesimo (Cividale del Friuli, 21-23 settembre 2000)







Presentazione del convegno

Nel settembre 1999, la Fondazione Niccolò Canussio ha inaugurato la sua sede di Cividale del Friuli con un convegno internazionale intitolato L'ultimo Cesare. Scritti, riforme, progetti, poteri, congiure, cui hanno partecipato studiosi di vari paesi d'Europa (Italia, Spagna, Francia, Germania, Austria, Slovenia). Forte dei risultati di questa prima iniziativa e dell'attenzione tributatale dalla comunità scientifica internazionale, la Fondazione Canussio ha organizzato un secondo convegno, che si è svolto a Cividale dal 21 al 23 settembre 2000, intitolato: Integrazione mescolanza rifiuto. Incontri di popoli, lingue e culture in Europa dall'Antichità all'Umanesimo.

L'idea che l'Europa sia luogo d'incontro di popoli diversi e lontani affonda le sue radici nella tradizione classica: Europa, secondo la versione più conosciuta del mito, era la figlia del re dei Fenici, rapita dal dio Zeus e condotta nelle terre d'Occidente, alle quali diede il nome. Il nome stesso del continente nasce dunque dal nome di una principessa asiatica. Il significato geografico del termine Europa è molto variato nel corso dei secoli, man mano che l'incontro di popoli, lingue e culture ha determinato il suo progressivo ampliamento: nelle fonti più antiche, l'Europa era la regione greca a Nord del Peloponneso fra l'Adriatico e il mar Nero (in questo senso il termine, attestato già in Erodoto e in Tucidide, è ripreso in epoca ellenistica e poi ancora dai Romani, all'epoca dell'imperatore Diocleziano); solo gradualmente l'accezione si è evoluta verso quella, moderna, di Europa-continente, non senza originali prese di posizione, dettate dalla diversa sensibilità dei diversi autori, nel senso del rifiuto o della piena integrazione: alcune fonti antiche, per esempio, escludevano dall'Europa le isole britanniche (e la parziale conquista della Britannia da parte dell'imperatore Claudio venne salutata come l'attraversamento dell'Oceano Atlantico e la scoperta dell'alter orbis, cioé dell'"altro mondo" o, come diremmo oggi, del "nuovo mondo"); altre fonti, come il siracusano Filisto, arrivavano a considerare come parte costitutiva dell'Europa la stessa Africa nord-occidentale, definendo Cartagine "la città più potente d'Europa".

Tuttavia "Europa" già nel mondo classico non è solo una mera definizione geografica, ma è anche un simbolo di precisi valori culturali e civili: non solo negli storiografi, come Erodoto, ma anche nei poeti tragici fin dal V secolo a.C., l'Europa viene considerata come la terra della libertà contrapposta all'Asia, la terra della schiavitù; ed è la terra degli uomini forti, vigorosi in battaglia e naturalmente portati al combattimento, contrapposta alla terra degli uomini deboli, infiacchiti ed effeminati. Quindi emerge l'idea di una "identità europea", che non è solo geografica e che si trasmette nei secoli, fino all'impero romano e oltre.

D'altra parte, il processo di integrazione dei popoli in Europa non si è sviluppato coerentemente, ma con modalità complesse ed articolate secondo i luoghi e le epoche. Il bacino del Mediterraneo e lo stesso mondo celtico si presentano caratterizzati, già in età molto antica, da una straordinaria mobilità umana, dando luogo non solo a fenomeni di integrazione (per esempio i matrimoni misti) o di mescolanza (le comunità di mercanti nelle varie stazioni commerciali del Mediterraneo); ma anche di vera e propria xenofobia, tradottasi in pregiudizi culturali ("gli Etoli sono indisciplinati, i Galli sono violenti, i Cartaginesi sono infidi...") o in concreti atti di emarginazione (espulsioni dei cittadini indesiderati, deportazioni di massa). L'esempio più noto è forse costituito dall'espansione del cristianesimo verso Occidente, caratterizzato da un'iniziale mescolanza, poi dal rifiuto, infine dall'integrazione piena: da questo punto di vista l'Europa si configura come luogo di incontro fra religioni diverse, dapprima tra le infinite religioni pagane, poi tra paganesimo e cristianesimo, infine, in età medievale, tra cristianesimo e islam.

Roma, che pure si trova geograficamente in Europa, è anche la città fondata da Romolo, che è discendente, attraverso la lunga stirpe dei re di Alba, dell'eroe troiano Enea. Roma è quindi la città garante della riconciliazione tra l'Europa e l'Asia. E al tempo stesso Roma è la città che fa dell'"innovazione" il nucleo stesso della sua "tradizione": la capacità di assimilare popoli e culture diverse viene considerata, già nel III secolo a.C., come un vero e proprio tratto distintivo dei Romani e come una ragione della loro potenza. Tipicamente romana è la costante assimilazione degli stranieri nel corpo cittadino, attuata gradualmente fin dall'età arcaica, fino constitutio Antoniniana, con cui l'imperatore Caracalla nel 212 d.C. estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti dell'impero. E questa assimilazione è anche culturale e letteraria: la letteratura latina nasce, sul finire del III secolo a.C., con la traduzione in latino dell'Odissea omerica ad opera di Livio Andronico, un tarantino e, perciò, un greco a tutti gli effetti; l'ultima grande celebrazione del passato di Roma (almeno per quanto concerne l'epoca imperiale) è contenuta nel De reditu suo di Rutilio Namaziano, di origine gallica.

Anche sul piano linguistico l'Europa è luogo di incontri sia nel segno della mescolanza (come nelle iscrizioni bilingue punico-etrusche delle laminette di Pyrgi); sia nel segno del rifiuto, scherzoso (come nelle battute in pseudo-punico della commedia plautina Poenulus) o serio (la questione dell'uso del greco o del latino nella prima storiografia romana e dell'influsso delle scuole di retorica greche nella vita politica e culturale di Roma); sia naturalmente nel segno dell'integrazione, con l'estensione del latino da lingua di Roma a lingua europea e, anche attraverso il suo impiego nella liturgia, a lingua "universale".

Come si vede da questi brevi cenni, si tratta di una tematica estremamente complessa, ma affascinante ed evidentemente di stretta attualità. Per discutere questi problemi, la Fondazione Canussio ha invitato a Cividale studiosi di chiara fama internazionale, provenienti da università, accademie ed istituti di ricerca d'Italia, Spagna, Francia, Germania, Ungheria e Croazia. Il convegno si è svolto secondo la stessa formula del primo, quella cioé del seminario con ampio dibattito fra i relatori, una formula che ha ottenuto il pieno consenso di tutti gli studiosi intervenuti, poiché ha consentito stimolanti discussioni e approfondimenti.

Gli atti dell'incontro scientifico sono stati pubblicati nel volume a cura di Gianpaolo Urso, Integrazione Mescolanza Rifiuto. Incontri di popoli, lingue e culture in Europa dall'Antichità all'Umanesimo. Atti del convegno internazionale, Cividale del Friuli, 21-23 settembre 2000, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2001 (Centro Ricerche e Documentazione sull'Antichità Classica. Monografie 22) [ISBN: 88-8265-166-5; 354 pp.]. Una versione elettronica integrale di tali Atti può essere liberamente consultata in questo stesso sito web della Fondazione Niccolò Canussio.




Programma del convegno




Enti patrocinanti e contributori